“Il 2020 di Luna Scarlatta iniziava con questo comunicato: “L’anno nuovo si è aperto per noi con una bellissima notizia: il finanziamento che avevamo perduto per un errore di forma, è stato recuperato… I soldi raccolti con le opere d’arte messe all’Asta saranno restituiti virtuosamente a tutti i generosi artisti che ce le hanno donate sotto forma di fondo che servirà a sostenere la circuitazione delle opere e degli artisti. Entreremo nel dettaglio molto presto.”
Poi la pandemia.
Si tratta di poche migliaia di euro che per noi sarebbero state utili a riparare un po’ il danno, ma che sono state infinitamente più preziose per quello che hanno significato, in termini di partecipazione di tanti artisti che hanno dato la loro opera e nella risposta affettuosa e partecipe di tante amiche e amici che le opere le hanno comprate. La promessa era che mi sarei impegnata affinché l’intero ammontare fosse investito in un piccolo ulteriore evento culturale, che potesse offrire a quante più persone possibile una nuova occasione di bellezza e cultura.
“Con immensa gratitudine a tutti coloro che ci hanno sostenuto e grandissima fiducia nel futuro” chiudevo così il comunicato che annunciava la buona notizia.
Sì, perché niente mi aveva mai riscaldato il cuore così tanto in 20 anni di lavoro.
Immaginate la mia felicità in questa operazione di restituzione.”
Così Mattea Lissia, la presidente dell’Associazione culturale Luna Scarlatta, riapre un libro, che era rimasto solo momentaneamente chiuso, per scrivere insieme un nuovo capitolo di questa bellissima storia.
E Mariano Chelo, artista e curatore d’arte, non si fa certo trovare impreparato all’appuntamento.
“Il tempo evidentemente non cancella proprio tutto, si, perché questa storia è iniziata quattro anni fa. Un’amica mi chiese cosa si potesse fare per aiutare l’associazione culturale Luna Scarlatta, che, per un cavillo burocratico, si vedeva annullato il contributo per la realizzazione dell’importantissimo festival di letteratura “Pazza Idea”, mettendo a serio rischio l’economia personale di Mattea Lissia (organizzatrice del festival), che si era esposta con la banca per pagare le spese della manifestazione. Non fu tanto difficile chiamare a raduno tanti pittori, scultori e raffinati artigiani, che regalando una loro opera resero possibile, prima una mostra di tre giorni nello spazio MAP di via Garibaldi a Cagliari, e poi l’asta al Ghetto in Castello. Il ricavato non era certo sufficiente per colmare la voragine economica che produce una manifestazione come “Pazza Idea”, ma un gesto di solidarietà non solo può colmare una voragine, ma riesce anche a farci nascere sopra una collina. Infatti, anche questa, come tutte le favole ha un lieto fine. Dopo qualche giorno la regione, rivedendo la pratica decise di accreditare il denaro all’associazione, i conti furono pagati tutti, e la somma ricavata dall’asta ormai era superflua, e quindi, la Signora Lissia, non esitò a chiedermi come avrebbe potuto restituirla. Io risposi che ci avrei pensato un attimo, ma quest’attimo durò sino alla fine della paralisi pandemica. Ancora una volta Mattea, dopo anni, compiendo un’azione di cristallina onestà, mi ricordò che aveva una somma che apparteneva a noi, e insieme decidemmo di seminarla nel campo della cultura facendola diventare una nuova manifestazione d’arte. Ed è così che, dopo diverse chiacchierate costruttive, è nata REST-ART.”
L’arte, formidabile interprete della realtà e veicolo di bellezza e progresso, si era mobilitata per sostenere la cultura a Cagliari. Con un’asta di opere di arte contemporanea di tutto il panorama isolano, ha aiutato l’Associazione culturale Luna Scarlatta, che organizza il festival letterario “Pazza Idea” al quale era mancato un importante contributo pubblico nel 2019. Nel 2020 il contributo era stato recuperato e poi era arrivata la pandemia…
Ora siamo qui con questa operazione di restituzione alla “paradura”, nata in quella occasione, e proprio da questa tradizione prendiamo spunto per innescare nuovi sistemi di rigenerazione culturale.
Questa prima edizione è, dunque, una “restituzione”, ma l’intenzione è quella di farlo diventare un appuntamento fisso, periodico; un luogo in cui le artiste e gli artisti si sentano accolti e sostenuti, e verso il quale il mondo dell’arte senta fortissimo il richiamo, per un momento di condivisione, ma anche per un circolo virtuoso dell’economia, della visibilità, della diffusione.
Con la realizzazione dell’Asta dovrebbe essere possibile creare un nuovo fondo che possa finanziare le edizioni in avvenire, in un circolo virtuoso di raccolta fondi che autofinanzia il progetto di esposizione, vendita e divulgazione dell’arte.
restART è subito amato da tuttə e raduna intorno a sé amiche e amici, artiste e artisti, gente volenterosa e amante dell’arte e della cultura che non vede l’ora di partecipare al famoso evento di restituzione.
Chi lavora all’interno – o per conto – dell’Associazione culturale Luna Scarlatta non fa altro che innamorarsi del proprio lavoro ogni giorno, proprio per il grandissimo potenziale che questo offre e – in fondo, ma non troppo – anche e soprattutto per quella restituzione in termini di bellezza e di diffusione della cultura della quale non sa più fare a meno.
Siete anche voi amanti della cultura, dell’arte, della condivisione e della diffusione?
L’inaugurazione della mostra è prevista per il 21 giugno alle 18:30 nello spazio del Chiostro dell’ex-convento dei Cappuccini. In questa occasione sarà possibile che le artiste e gli artisti presentino direttamente le loro opere e si potrà raccontare il progetto nella sua prospettiva futura.
La mostra sarà aperta nei giorni 22 e 23 giugno per tutto il giorno e sarà possibile andare a visitarla prima del finissage fissato per il 23 giugno alle 18:30, quando si aprirà l’Asta di vendita di tutte le opere, nella Sala degli Affreschi con un battitore “esperto di aste” in forma di performance teatrali: Elio Turno Arthemalle.
Intanto, vi presentiamo RestART ovvero Cosa accade nelle arti visive in questo pezzo di mondo con 38 artisti dell’isola – e non solo – con le loro meravigliose opere:
Francesco Amadori, Francesco Argiolu, Giorgia Atzeni, Pietrina Atzori, Piera Barracciu, Annamaria Caracciolo, Carlo Crasto, Federico Cerulla, Mariano chelo, Giorgio Corso, Crisa, Cristina Dell’orfano, Nino Etzi, Francesco Mocci, Ignazio Fulghesu, Marco Loddo, Antonio Mallus, Manu Invisible, Marcello Simeone, Bruno Meloni, Simone Mereu, Mauro Moledda, Roberta Montali, Nicola Cioglia, Graziano Origa, Martina Palla, Cristina Papanikas, Veronica Paretta, Antonino Pirellas, Valerio Pisano Vittorio E. Pisu, Giorgio Podda, Stefania Polese, Mauro Rizzo, Rosaria Straffalaci, Anna Maria Secci, Alberto Soi, Nicola Testoni
Il curatore dell’esposizione è Mariano Chelo, artista nato a Bosa che volge la sua ricerca ai linguaggi del Cubismo, dell’Astrattismo e del Surrealismo e a partire dal 1991 inizia ad esporre le sue opere in una serie di mostre sia in Italia che all’estero. Si impegna, oltre che nella pittura, anche nelle installazioni e nelle performance, usando anche la tecnica della pittura computerizzata. A lui è affidato anche l’allestimento nel patio del chiostro.
È stato, altresì, deciso di stampare anche un catalogo con tutte le opere presenti in modo da mettere delle basi solide che rendano questa iniziativa storicamente concreta. A questo proposito, le artiste e gli artisti protagonisti della rassegna, sono stati invitati a compilare la scheda allegata e accludere la fotografia con definizione di 300 dpi e formato minimo A5 dell’opera che andrà in esposizione.
Poi non dite che non vi avevamo avvisato!
Ci vediamo lì!
#restART2023 sta arrivando